I - Canti narrativi

ERAN SE' SEGATORI


Eran se' segatori in un prato a segà:
Col rastrellin de l'oro la bella a rastrellà.
Nel rastrellare il fieno un morto ne trovò.
Con le sue dolce lacrime la bella lo lavò;
Co' suoi biondi capelli la bella lo rasciugò.
Col suo bianco grembiale un bel càmice li tagliò.
Sei doppi di campana la bella li sonò.
Quindici 'oppie di preti la bella l'invitò.
Fino alla sepoltura la bella lo accompagnò.
Sopra la sepoltura un bel giglio lé ci piantò.
La bella ariva a casa, sul letto si buttò.
In capo agli otto giorni la bella si sotterrò.

(Sambuca)


LA DAMA MORTA

La spada al fianco e la cintura finta,
"Bella, vorrei partì, se sei contenta."
"Se son contenta 'un te lo so dire:
Non ho coraggio vederti partire."
E quando fu sul ponte di Romagna,
Si viense a rammentà della sua dama.
Monta a cavallo, e se ne torna indietro,
Trovando la sua mamma che cenava.
"O madre mia, vi do la buona sera!
Datemi nuova della dama vera."
"O figliol mio, le nuove son cattive,
Chè la tua dama è morta e seppellita."
Invece di mettersi a tavola a cenare,
Si mise su 'na scranna a lagrimare.
"O figliol mio, che ci volete fare?
Per una donna vi volete ammalare?
O figlio mio, che ci volete dire?
Per una donna volete morire?"
"Ditemi indùn che chiesa l'han portata!"
"'N chiesa di San Martin l'han sotterrata."
Monta a cavallo, e lu' se ne va via
Sopra la sepoltura dove l'era.
"O dama mia, rispondemi una volta!
Mi son partito di Romagna apposta.
O dama mia, rispondemi a me!
Mi son partito di Roma per te."
"Le mie biondine trecce son cadute,
Il mi' vitino mi s'è sconsumato,
Mi s'è staccata la pelle dall'osso.
Vattene, damo mio! parlar non posso.
E la pelle dall'osso s'è staccata.
Vattene, damo mio, chè son dannata.
Sono 'n una stanzina scura scura:
Se tu mi vedi, ti metto paura."

(Tereglio - Montagna Lucchese)


IL PECORARO

"Quando ci vai in Maremma,
Bel pecoraro?
D'amor sei caro,
Ohimè!
Quando ci vai in Maremma?
Io vo' venire con te!"

"Ventitré di settembre,
Bell'Angelina,
Rosa meschina,
Ohimè!
Ventitré di settembre"
"Io vo' veni' con te."

"Che vuoi venire a fare,
Bell'Angelina,
Rosa meschina?
Ohimè!
Che vuoi venire a fare?
E vuoi venire con me!"

"Fa' l'erba al tuo cavallo,
Bel pecoraro,
D'amor sei caro,
Ohimè!
Fa' l'erba al tuo cavallo!
Io vo' veni' con te!"
"Con che la segherai,
Bell'Angelina,
Rosa meschina?
Ohimè!
Con che la segherai?
E vuoi veni' con me!"

"Colla falce dal grano,
Bel pecoraro,
D'amor sei caro,
Ohimè!
Colla falce dal grano:
Io vo' venir con te!"

"Dove la dormirai,
Bell'Angelina,
Rosa meschina,
Ohimè!
Dove la dormirai?
E vuoi venir con me!"

"Accanto al tuo costato,
Bel pecoraro,
D'amor sei caro,
Ohimè!
Accanto al tuo costato:
Io vo' venire con te!"

"Ti verranno i figlioli,
Bell'Angelina,
Rosa meschina,
Ohimè!
Ti verranno i figlioli:
E vuoi venire con me!"

"Saranno miei e tuoi,
Bel pecoraro,
D'amor sei caro,
Ohimè!
Saranno miei e tuoi:
Io vo' venire con te!"

"Du' le farai le pezze,
Bell'Angelina,
Rosa meschina?
Ohimè!
Du' le farai le pezze?
E vuoi venire con me!"

"Le tuoi bianche camicie,
Bel pecoraro,
D'amor sei caro,
Ohimè!
Le tuoi bianche camicie:
Io vo' venire con te!"

"Du' le farai le fascie,
Bell'Angelina,
Rosa meschina?
Ohimè!
Du' le farai le fascie?
E vuoi venire con me!"

"La tua cintura d'oro,
Bel pecoraro,
D'amor sei caro,
Ohimè!
La tua cintura d'oro:
Io vo' venire con te!"

"Do' li battezzerai,
Bell'Angelina,
Rosa meschina?
Ohimè!
Do' li battezzerai?
E vuoi venire con me!"

"In nel fiume Giordano,
Bel pecoraro,
D'amor sei caro,
Ohimè!
In nel fiume Giordano:
Io vo' venire con te!"

"Duve l'allatterai,
Bell'Angelina,
Rosa meschina?
Ohimè!
Duve l'allatterai?
E vuoi venire con me!"

"L'attacco al mio costato,
Bel pecoraro,
D'amor sei caro,
Ohimè!
L'attacco al mio costato:
Io vo' venire con te!"

"Duve li cullerai,
Bell'Angelina,
Rosa meschina?
Ohimè!
Duve li cullerai?
E vuoi venire con me!"

"Sul basto del cavallo,
Bel pecoraro,
D'amor sei caro,
Ohimè!
Sul basto del cavallo:
Io vo' venire con te!"


II - Rispetti e stornelli

Il primo giorno di calen di maggio
Andai nell'orto per cogliere un fiore,
E vi trovai un uccellin selvaggio,
Che discorreva di cose d'amore.
"O uccellin che vieni di Fiorenza,
Insegnami l'amor come comincia."
"L'amor comincia con suoni e con canti,
E poi finisce con dolori e pianti."


Quando nasceste voi, nascè una valle;
Nascè una stella fra la luna e il sole.
Nascè l'ulivo per darvi la palma,
Nascè l'incenso per darvi l'odore:
Nascè l'incenso coll'acin del grano:
E voi, bellina, colle rose in mano.


Quando nasceste voi, nacque un giardino:
L'odore si sentiva di lontano,
E specialmente quel del gelsomino.


Diarsera posi un giglio alla finestra:
Diarsera il misi, e stamani era nato.
Andai per affacciarmi alla finestra:
Colle sue fronde mi copriva il capo.
Giglio, mio giglio, quanto sei cresciuto!
Ricordati del ben ch'io t'ho voluto.
Giglio, mio giglio, quanto sei crescente!
Ricordati del ben ch'io ti vo' sempre.


Vieni di fuora, bella come un fiore,
Ramo d'oliva e fontana d'amore...


Fiore di mora
Quando s'alza per tempo la mia cara,
Si vede al doppio splendere l'aurora.


Dio lo volesse, fossi un uccellino!
Avessi l'ale da poter volare!
Vorrei volare su quel finestrino,
Dove sta lo mio amore a macinare.
"Macina, mugnaìn, che l'acqua è fonda."
"Non posso macinar: l'amor mi abbonda."
"Macina, mugnaìn, che l'acqua fugge."
"Non posso macinar: l'amor mi strugge."


Vieni, amor mio, con me, che t'accompagno
Ora nel mezzogiorno a frescheggiare:
Alla méria si va sotto un castagno,
Che il troppo sole non ti faccia male:
Che il troppo sol non tinga il tuo bel viso,
Teste gote stampate in paradiso.
Che il troppo sol non tinga testo petto,
Ch'è la delizia del tuo giovanotto.


M'è stato regalato tre viole:
Me le son messe sotto il capezzale:
Tutta la notte ho sentito l'odore.


Quando che mi partii dal mi' paese,
Lasciai piangendo la mi' 'nnamorata.
E l'era tanto bella e sì cortese!
Mi prese a domandar della tornata,
E gli risposi con poche parole:
"La tornata sarà quando Dio vuole."
E gli risposi con parola umìle:
"La tornata sarà fra maggio e aprile."


Giovanettino, quando tu vai via,
Ricordati di me che qui rimango:
E tutti i passi che fai per la via,
E tutti ti doventino cristallo.
E tutti ti doventino di seta:
Alburi d'oro, e frondi di moneta.


È partito il mio ben fra suoni e canti:
Il ciel gli dia allegrezza e lo contenti.
Bocca di perle, e occhi di brillanti!


Giovanottini che andate alla guerra,
Tenete conto del mio innamorato.
Badate che non posi l'arme in terra,
Perch' alla guerra non c'è mai più stato.
Non me lo fate dormire al sereno:
È tanto gentilin, che verrà meno.
Non me lo fate dormire alla luna:
È tanto gentilin, me lo consuma.


La tortora che ha perso la compagna,
Fa una vita molto dolorosa:
Va in un fiumicello, e vi si bagna,
E beve di quell'acqua torbidosa.
Cogli altri uccelli non ci s'accompagna.
Negli alberi fioriti non si posa.
Si bagna l'ale e si percuote il petto.
Ha perso la compagna: oh che tormento!


Bel giovanotto, se vuoi fare il bello,
I tuoi capelli non te li tagliare:
Làsciateli calar giù per le rene:
E' paion fila d'oro naturale.
E' paion fila d'oro e seta nera,
Belli sono i capelli e chi gli lega.


Giovanottin che vai la sera a veglia,
E vegli un'ora, e poi te ne rivai,
E trovi scusa che mamma ti chiama:
E sei da me e vai da un'altra dama.
E trovi scusa che mamma ti vuole:
Esci da me, e vai da un altro amore.


O mamma, mamma, l'è passato Tonio:
L'ho conosciuto a la camminatura.
Al collo ci portava il fascettone:
E m'ha legato col nodo d'amore.
La foglia dell'ulivo mi sa amara.
Gli occhi di Tonio, e la speranza cara.
......................................................
La foglia dell'ulivo mi sa forte.
Gli occhi di Tonio mi danno la morte.


Morte crudel che disturbando vai,
E co' tuoi lacci tutto il mondo cinghi,
A chi levi la sorte, a chi la dai,
A chi imbianchi il bel velo, a chi lo tinghi.
E sempre ti vo' dir morte crudele:
Me l'ha' abbrunate le mie bianche vele.


Colombo bianco, quanto ti ho seguito;
E l'ali d'oro t'ho fatto portare!
Hai preso un volo, e poi te ne se' ito
Quando era il tempo, Amor, di vagheggiare.
Colombo bianco dall'ali d'argento,
Tornalo a vagheggia' 'l tuo cor contento;
Colombo bianco dall'ali d'ottone,
Tornalo a vagheggia' 'l tuo primo amore.


E quante volte m'affaccio nel colle,
Per veder se il mi' amor vedo apparire!
E non vedo tremar altro che foglie,
Poggio Pisano, faccelo venire.
E faccelo venir, poggio Pisano:
Il mio amore è del buono, il vostro è vano.
E faccelo venir, poggio discosto:
Il mio amore è del buon, del vano è il vostro.


O casa buia, o vedova finestra,
Dov'è quel sol che ci soleva dare?
E' ci soleva ridere e far festa:
Ora vedo le pietre lacrimare.
Ora vedo le pietre stare in pena,
O casa buia, o finestra serena!


Quando ti presi a amar, eri un fiorino,
Eri una violina bianca e rossa:
Ora mi sei diventa scolorita,
Mi sei diventa come l'erba morta.


Giovanettino de lo core ardito,
Non ti lascia' ingannar dalle parole.
E fai come la foglia del canneto:
Se tira vento, gli trema lo core.
E fai come lo salcio che si piega,
E per dolcezza un altro legno lega:
E fai come lo tralcio della vigna,
E per dolcezza un altro legno piglia.


O rondinina, quando t'ho nudrita,
E l'ale d'oro ti ho fatto portare,
Hai fatto un volo, al ciel te ne se' ita,
E non m'hai detto quando vuoi tornare.


La mattina pel fresco è un bel cantare,
Quando le dame si senton d'amore,
E stanno 'n su quell'uscio a ragionare:
"Chi l'avirà di noi quel bel garzone?"
E stanno 'n su quell'uscio a far consiglio:
"Chi l'avirà di noi quel fresco giglio?"


Fior di piselli.
Avresti tanto core di lassarmi?
Innamorati sem da bambinelli.


Giovanettino c'hai quattordici anni,
Fallo all'amor, che sei tanto bellino.
Quando ti metti quei puliti panni,
Chi non ti guarderìa, bel galantino?
E quando vi vestite e vi calzate,
Sul vostro viso le rose incarnate.
E quando vi calzate e vi vestite,
Sul vostro viso le rose fiorite.


Reggetemi, reggetemi ch'io volo!
Mi sono innamorato dello cielo,
Ma le mie ali non reggono al volo.


Fiorin di sale,
Di quindici anni cominciai l'amore,
Di quindici anni ne sentivo male.


O rosa, o rosa, o rosa gentilina,
Quanto bella t'ha fatta la tua mamma
T'ha fatto bella, poi t'ha messo un fiore:
T'ha messo alla finestra a far l'amore.
T'ha fatto bella, e t'ha messo una rosa:
T'ha messo alla finestra a far la sposa.


Là nel giardin c'è un alberin d'amore,
E sopra c'è Tonino per cascare,
E sotto c'è Rosina, e aspetta il core.


Vo' siete a letto con la vostra mamma
Ed io meschino alla guazza mi bagno,
Vo' siete a letto nella bianca piuma
E io meschino son sotto la luna.

(Pisano)


Quando nasceste voi, nacque lo sole,
La luna si fermò di camminare,
Le stelle si cangiaron di colore.

(Campagna pratese)


Oh guarda, guarda a quel nobil augello
Che va per aria e lo ricopre il sole!
E così fate voi, giovane bello,
Quando di casa vostra escite fuore.
Quando di casa vostra fuora andate,
L'aria e la terra di fior seminate:
Quando di casa vostra fuora uscite,
L'aria e la terra di bei fior coprite.

(Appennino Toscano)


Giovanottino, il bello andar che hai!
E quanto ti sta bene il viso adorno!
La terra fai tremar dove ne vai,
L'alberi fai fiorire intorno intorno.
L'alberi attorno attorno fai fiorire,
Come le rose nel mese d'aprile:
L'alberi attorno attorno fiorir fate,
Come le rose nel mese d'estate.

(Tereglio, Lucchese)


Fiorin, fiorino.
Di voi, bellina, innamorato sono:
La vita vi darei per un bacino.

(Lucchese)


Quando ti vedo sul poggio apparire,
Ti conto quanti passi che puoi fare:
Passo per passo tu mi fai morire.

(S. Stefano di Calcinala)


'Ndel mezzo al mare che c'è un uccellino,
Si sente solamente di lontano,
E dice: "Son tradito, poverino!"

(Casabasciana, Lucchese)


E va, che ti accompagnino le stelle!
Quando sarai su quell'alte montagne
Darà un'occhiata alle basse Maremme!

(Amiata)


Facciati alla finestra della strada,
Non abbadà se la mamma ti sgrida:
Son parolin d'amor, non ci s'abbada.

(Montamiata)


La piazza di Castello ci ha tre vie,
È circondata di celeste alloro:
E te, Monna, sei sotto a' sospiri!

(ib.)

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